lunedì 3 ottobre 2016

Mostro di Firenze. Un caso unico nella storia criminologica: Pietro Pacciani era un serial killer?




Quello del mostro di Firenze non è solo un caso unico nella storia criminologica italiana, europea e forse mondiale, ma è anche il fallimento dell’applicazione di ogni tecnica investigativa che abbia un richiamo scientifico. Come se ogni mezzo fosse stato utilizzato non per le potenzialità che offriva se non invece per quanto era utile a dimostrare una tesi precostituita. Ci sono otto duplici omicidi firmati da una stessa arma e da medesime cartucce, un modus operandi riscontrabile in ogni delitto che si evolve psicologicamente nella sua efferatezza. L’arco di tempo è di 17 anni, dal 1968 al 1985, con periodi di silenzio variabili e un’accelerazione nel 1981 (due delitti).
Ci sono stati vari sospettati, nel corso degli anni cinque persone sono state indicate come l’assassino, il mostro (Enzo spalletti, francesco vinci, Giovanni mele e Piero Mucciarini, Salvatore Vinci e alla fine Pietro Pacciani). Per il delitto del 1968, invece, un uomo è stato condannato in via definitiva, Stefano Mele marito di Barbara Locci, la prima vittima.
Alcuni personaggi entrati nella vicenda sono stati indicati solo come complici, favoreggiatori. MarioVanni, Giancarlo Lotti e Fernando Pucci sono stati i più famosi fra questi,condannati i primi due, non il terzo, il supertestimone che incastrava i cosiddetti “compagni di merende”.
E qui il caso del mostro di Firenze diventerebbe unico su scala planetaria: non solo 8 duplici omicidi, ma anche fatti in gruppo e, ultima ipotesi investigativa, su commissione.
Pacciani era un delinquente, un assassino, ha abusato delle figlie, ha avuto episodi di violenza nei loro confronti e nei confronti della moglie indicibili, Un mostro perfetto, ma non il mostro di Firenze
Come diciamo nel libro Il flop Criminologico Il caso Pietro Pacciani:“Ben 143 testimoni sono stati sapientemente mossi ed uniti da una geniale strategia giuridica di indizi psicologici (quadro, poster, riviste pornografiche, etc.) e sono serviti a far indossare, sapientemente, un vestito cucito ad arte su Pietro Pacciani.
Il delitto del 1968 non è stato addossato a Pacciani. La ragione processuale è che c’era un colpevole accertato e, quindi, versione ufficiale, avrebbe dovuto aprirsi l’iter della revisione processuale. Ma la questione è un’altra: il delitto del 1968 ha tutta l’aria di un premeditato. Dove più persone partecipano, il movente sembra essere la gelosia nei confronti di Barbara Locci.
L’arma usata non fu mai trovata e risulta essere poi quella utilizzata dal mostro. Se ne può ipotizzare il passaggio? Con le scatole di cartucce? Un’arma che ha compiuto un delitto da ergastolo chi la dà a qualcun altro? Questo se hai tempo è un elemento interessante. Ronald e Stephen Holmes (1996), distinguono sei tipologie di autori di reato seriale:
il Visionario o psicotico, che uccide ubbidendo a voci e visioni che sembrano guidarlo;
il Missionario per il quale l’assassinio fa parte di una missione di ripulitura del mondo dai soggetti appartenenti a determinate categorie come prostitute, gay, preti, ad esempio;
l’Edonista per il quale l’omicidio stesso è fonte di gratificazione sessuale;
il Sadico sessuale cioè colui che riceve soddisfazione sessuale dall’infliggere di torture e atti di crudeltà alle vittime;
il Terrorizzatore il quale ricava piacere dalla pura inflizione di torture, anche non sessuali alle vittime;
il Dominatore il quale riceve gratitudine sessuale dalla completa sottomissione della vittima.
Solo il visionario non seleziona una vittima con determinate caratteristiche, essendo unicamente motivato dalle sue visioni e voci interne; gli atti di tortura e di umiliazione sessuale appartengono maggiormente alle tipologie del sadico, del terrorizzatore e del dominatore: si noti come in questi casi, l’utilizzazione della tortura e di metodi cruenti avviene spesso per ottenere un orgasmo che non riesce a raggiungere in nessun altro modo. I serial killer traggono, infatti, un’eccitante esperienza sessuale dal terrore che provocano alle vittime, dal potere assoluto che esercitano su di loro. L’assassino seriale sceglie vittime sconosciute, soggetti anonimi, sui quali poter riversare le proprie fantasie, per poter raggiungere ciò che più hanno a cuore: l’orgasmo derivato dal potere assoluto sulla vittima, oggetto del desiderio a lungo fantasticato che va oltre il mero appagamento sessuale.
Accusatori non attendibili.
Di chi ci fidiamo? Di 4 persone con problemi psichici! Dov’è al prova regina? Abbiamo solo indizi.
Pacciani andava a procacciare feticci insieme ad amici?
No, viene meno la pulsione del serial killer.
Gli inquirenti dovevano trovare il mostro; Pacciani era il mostro perfetto.
La criminologia fa un passo avanti come scienza, si confronta con qualcosa unico nel genere.
Stiamo parlando di un vero serial killer c’è la sua firma, l’escalation dei delitti e il vilipendio.




Le criminologhe WilmaCiocci&AlessandraSeveri

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