San
Luca è un paese di 3936 abitanti, alle falde del massiccio dell'
Aspromonte è in guerra da 20 anni. Il piccolo centro della
Locride che diede i natali a Corrado Alvaro, uno dei più grandi
scrittori del novecento. Dal 1991 è teatro di scontri tra due Clan
della ndragheta Calabrese i Pelle - Vottari - Romeo e gli
Strangio - Nirta, sfociato nel 2007 in Germania nella strage di
Duisburg. Una faida iniziata il 14 febbraio del 1991 per un
banale scherzo di Carnevale e finito, con la morte di due
persone. A perdere la vita furono Francesco Strangio e Domenico Nirta
Da allora ogni anno ha portato le sue vittime. Nel natale
del 2006 muore sotto i colpi di Kalashnikov Maria Strangio
moglie di Giovanni Nirta, durante il suo funerale grazie all'
intervento delle forze dell'ordine si evitò una sparatoria. Nell'
agosto del 2007 arriva la risposta all'omicidio di Maria Strangio, in
Germania furono sei le persone a cadere sotto i colpi di mitraglietta
sparati da un killer, davanti al ristorante da Bruno, di
proprietà degli Strangio.
Gli
investigatori ipotizzano che prima della strage all' interno del
ristorante si sia celebrato un rito d iniziazione, a cerimonia della
copiata ,conclusa con con il nuovo accolto, che brucia un immagine
sacra, In una delle vittime verrà ritrova
l' immagine di San
Gabriele, patrono della polizia. manette finiscono quattro presunti
appartenenti della cosca NIRTA-STRANGIO.
Antonio Pelle, il boss di San Luca, è stato arrestato ieri dalla polizia dopo 5 anni di latitanza iniziata con l'evasione, nel settembre 2011, dall'ospedale di Locri dove era ricoverato,è ritenuto il capo indiscusso della cosca anonima, alleata con quella dei Vottari, ha dato vita alla sanguinosa faida di San Luca, culminata con la strage di Duisburg del ferragosto 2007
Rito di inizizione: LA
"FAVELLA" DELLA PICCIOTTERIA
Nel quaderno rosso trovato a casa di Cretarola, collaboratore di giustizia, il giuramento per diventare un picciotto è simile ad una cerimonia esoterica in cui si evoca il nome di nostro Signore Gesù Cristo.Nel suo quaderno annoterà anche la filastrocca associata alla copiata, i tre 'ndranghetisti di livello che "garantiscono" per il soggetto che si appresta a ottenere una "carica". Un particolare fin qui non emerso nelle precedenti indagini e che il collaboratore spiegherà in dettaglio ai magistrati: "Ad ogni copiata si accompagna una filastrocca. Detto così è un po' brutto però si accompagna una favella. La favella sarebbe il racconto di come tu hai ricevuto questa dote. Okay?". Quella della picciotteria – il grado più basso di chi entra a far parte di un'organizzazione mafiosa – è ordinatamente appuntata sul suo diario: "Una bella mattina di sabato Santo allo spuntare e non spuntare del sole passeggiando sulla riva del mare vitti una barca dove stavano tre vecchi marinai che mi domandarono cosa stavo cercando. Io gli risposi sangue e onore. Mi dissero di seguirli che l'avrei trovato. Navigammo tre giorni e tre notti fino ad arrivare nel ventre del isola della Favignana. Lì sulla mia destra vitti un castello dove c'erano due leoni incatenati a una catena di ventiquattro maglie e con me una venticinque dopo mi accorsi che c'era una scala di marmo fino, finissimo, di ventiquattro gradini e con me una venticinque, in cima a questa scala sulla mia destra trovai tre stanze entrai nella prima e vi trovai un vecchio con la barba era San Michele Arcangelo entrai nella seconda stanza e vi trovai una donna vestita tutta di nero era nostra Santa Sorella Elisabetta entrai nella terza stanza e vi trovai una cassa di noce fina finissima lo aperta e vi trovai un pugnale e lì ho giurato eterna fedeltà al onorata società. Una bella mattina di sabato Santo allo spuntare e non spuntare del sole passeggiando in aperta campagna dopo aver attraversato montagne colline e pianure mi ritrovai sulla sponda del fiume Giordano lì vitti una barchicella con tre vele a forma di latino dove stavano tre vecchi marinai che con parole d'uomo e d'umiltà mi dissero di seguirli navigammo tre giorni e tre notti fino ad arrivare sull'altra sponda del fiume Giordano lì vitti sulla mia destra un albero fiorito di ventiquattro armature e una venticinque con quella che rappresento io. È lì che ho conosciuto l'onore dello sgarro". Una formula carica di elementi simbolici - il 24 e il 25 nel codice della 'ndrangheta sono sempre ricorrenti, spiega ad esempio il collaboratore - che nel tempo ha subìto anche delle variazioni, come il riferimento a San Michele Arcangelo, perché dice Cretarola al pm "dopo che il 29 di settembre voi fate la festa è venuta sostituita con la Madonna di Polsi", ma che conferma che anche lontano dalla Calabria la 'ndrangheta mantiene intatti e inalterati formule e riti tanto per le affiliazioni, come per "battezzare il locale" o "formare la società".
Wilma&Alessandra