giovedì 6 ottobre 2016

La Ndragheta: le famiglie di San Luca

                                          




San Luca è un paese di 3936 abitanti, alle falde del massiccio dell' Aspromonte è  in guerra da 20 anni. Il piccolo centro della Locride che diede i natali a Corrado Alvaro, uno dei più grandi scrittori del novecento. Dal 1991 è teatro di scontri tra due Clan della ndragheta Calabrese i Pelle - Vottari  - Romeo  e gli Strangio - Nirta, sfociato nel 2007 in Germania nella strage di Duisburg. Una faida iniziata il 14 febbraio del 1991 per un banale  scherzo di Carnevale  e finito, con la morte di due persone. A perdere la vita furono Francesco Strangio e Domenico Nirta  Da allora ogni anno ha portato  le sue vittime. Nel natale del  2006 muore sotto i colpi di Kalashnikov Maria Strangio moglie di Giovanni Nirta, durante il suo funerale grazie all' intervento delle forze dell'ordine si evitò una sparatoria. Nell' agosto del 2007 arriva la risposta all'omicidio di Maria Strangio, in Germania furono sei le persone a cadere sotto i colpi di mitraglietta sparati da un killer, davanti al ristorante da Bruno,  di proprietà degli Strangio.  
Gli investigatori ipotizzano che prima della strage all' interno del ristorante si sia celebrato un rito d iniziazione, a cerimonia della copiata ,conclusa con con il nuovo accolto, che brucia un immagine sacra, In una delle vittime verrà ritrova 
l' immagine di San Gabriele, patrono della polizia. manette finiscono quattro presunti appartenenti della cosca NIRTA-STRANGIO.
Antonio Pelle, il boss di San Luca, è stato arrestato ieri dalla polizia dopo 5 anni di latitanza iniziata con l'evasione, nel settembre 2011, dall'ospedale di Locri dove era ricoverato,è ritenuto il capo indiscusso della cosca anonima, alleata con quella dei Vottari, ha dato vita alla sanguinosa faida di San Luca, culminata con la strage di Duisburg del ferragosto 2007






                             
                            Rito di inizizione: LA "FAVELLA" DELLA PICCIOTTERIA

Nel quaderno rosso trovato a casa di Cretarola, collaboratore di giustizia, il giuramento per diventare un picciotto è simile ad una cerimonia esoterica in cui si evoca il nome di nostro Signore Gesù Cristo.Nel suo quaderno annoterà anche la filastrocca associata alla copiata, i tre 'ndranghetisti di livello che "garantiscono" per il soggetto che si appresta a ottenere una "carica". Un particolare fin qui non emerso nelle precedenti indagini e che il collaboratore spiegherà in dettaglio ai magistrati: "Ad ogni copiata si accompagna una filastrocca. Detto così è un po' brutto però si accompagna una favella. La favella sarebbe il racconto di come tu hai ricevuto questa dote. Okay?". Quella della picciotteria – il grado più basso di chi entra a far parte di un'organizzazione mafiosa – è ordinatamente appuntata sul suo diario: "Una bella mattina di sabato Santo allo spuntare e non spuntare del sole passeggiando sulla riva del mare vitti una barca dove stavano tre vecchi marinai che mi domandarono cosa stavo cercando. Io gli risposi sangue e onore. Mi dissero di seguirli che l'avrei trovato. Navigammo tre giorni e tre notti fino ad arrivare nel ventre del isola della Favignana. Lì sulla mia destra vitti un castello dove c'erano due leoni incatenati a una catena di ventiquattro maglie e con me una venticinque dopo mi accorsi che c'era una scala di marmo fino, finissimo, di ventiquattro gradini e con me una venticinque, in cima a questa scala sulla mia destra trovai tre stanze entrai nella prima e vi trovai un vecchio con la barba era San Michele Arcangelo entrai nella seconda stanza e vi trovai una donna vestita tutta di nero era nostra Santa Sorella Elisabetta entrai nella terza stanza e vi trovai una cassa di noce fina finissima lo aperta e vi trovai un pugnale e lì ho giurato eterna fedeltà al onorata società. Una bella mattina di sabato Santo allo spuntare e non spuntare del sole passeggiando in aperta campagna dopo aver attraversato montagne colline e pianure mi ritrovai sulla sponda del fiume Giordano lì vitti una barchicella con tre vele a forma di latino dove stavano tre vecchi marinai che con parole d'uomo e d'umiltà mi dissero di seguirli navigammo tre giorni e tre notti fino ad arrivare sull'altra sponda del fiume Giordano lì vitti sulla mia destra un albero fiorito di ventiquattro armature e una venticinque con quella che rappresento io. È lì che ho conosciuto l'onore dello sgarro". Una formula carica di elementi simbolici - il 24 e il 25 nel codice della 'ndrangheta sono sempre ricorrenti, spiega ad esempio il collaboratore - che nel tempo ha subìto anche delle variazioni, come il riferimento a San Michele Arcangelo, perché dice Cretarola al pm "dopo che il 29 di settembre voi fate la festa è venuta sostituita con la Madonna di Polsi", ma che conferma che anche lontano dalla Calabria la 'ndrangheta mantiene intatti e inalterati formule e riti tanto per le affiliazioni, come per "battezzare il locale" o "formare la società".



                                     https://www.youtube.com/watch?v=3K7jCCwx-rM

                                                                                                            Wilma&Alessandra

lunedì 3 ottobre 2016

Mostro di Firenze. Un caso unico nella storia criminologica: Pietro Pacciani era un serial killer?




Quello del mostro di Firenze non è solo un caso unico nella storia criminologica italiana, europea e forse mondiale, ma è anche il fallimento dell’applicazione di ogni tecnica investigativa che abbia un richiamo scientifico. Come se ogni mezzo fosse stato utilizzato non per le potenzialità che offriva se non invece per quanto era utile a dimostrare una tesi precostituita. Ci sono otto duplici omicidi firmati da una stessa arma e da medesime cartucce, un modus operandi riscontrabile in ogni delitto che si evolve psicologicamente nella sua efferatezza. L’arco di tempo è di 17 anni, dal 1968 al 1985, con periodi di silenzio variabili e un’accelerazione nel 1981 (due delitti).
Ci sono stati vari sospettati, nel corso degli anni cinque persone sono state indicate come l’assassino, il mostro (Enzo spalletti, francesco vinci, Giovanni mele e Piero Mucciarini, Salvatore Vinci e alla fine Pietro Pacciani). Per il delitto del 1968, invece, un uomo è stato condannato in via definitiva, Stefano Mele marito di Barbara Locci, la prima vittima.
Alcuni personaggi entrati nella vicenda sono stati indicati solo come complici, favoreggiatori. MarioVanni, Giancarlo Lotti e Fernando Pucci sono stati i più famosi fra questi,condannati i primi due, non il terzo, il supertestimone che incastrava i cosiddetti “compagni di merende”.
E qui il caso del mostro di Firenze diventerebbe unico su scala planetaria: non solo 8 duplici omicidi, ma anche fatti in gruppo e, ultima ipotesi investigativa, su commissione.
Pacciani era un delinquente, un assassino, ha abusato delle figlie, ha avuto episodi di violenza nei loro confronti e nei confronti della moglie indicibili, Un mostro perfetto, ma non il mostro di Firenze
Come diciamo nel libro Il flop Criminologico Il caso Pietro Pacciani:“Ben 143 testimoni sono stati sapientemente mossi ed uniti da una geniale strategia giuridica di indizi psicologici (quadro, poster, riviste pornografiche, etc.) e sono serviti a far indossare, sapientemente, un vestito cucito ad arte su Pietro Pacciani.
Il delitto del 1968 non è stato addossato a Pacciani. La ragione processuale è che c’era un colpevole accertato e, quindi, versione ufficiale, avrebbe dovuto aprirsi l’iter della revisione processuale. Ma la questione è un’altra: il delitto del 1968 ha tutta l’aria di un premeditato. Dove più persone partecipano, il movente sembra essere la gelosia nei confronti di Barbara Locci.
L’arma usata non fu mai trovata e risulta essere poi quella utilizzata dal mostro. Se ne può ipotizzare il passaggio? Con le scatole di cartucce? Un’arma che ha compiuto un delitto da ergastolo chi la dà a qualcun altro? Questo se hai tempo è un elemento interessante. Ronald e Stephen Holmes (1996), distinguono sei tipologie di autori di reato seriale:
il Visionario o psicotico, che uccide ubbidendo a voci e visioni che sembrano guidarlo;
il Missionario per il quale l’assassinio fa parte di una missione di ripulitura del mondo dai soggetti appartenenti a determinate categorie come prostitute, gay, preti, ad esempio;
l’Edonista per il quale l’omicidio stesso è fonte di gratificazione sessuale;
il Sadico sessuale cioè colui che riceve soddisfazione sessuale dall’infliggere di torture e atti di crudeltà alle vittime;
il Terrorizzatore il quale ricava piacere dalla pura inflizione di torture, anche non sessuali alle vittime;
il Dominatore il quale riceve gratitudine sessuale dalla completa sottomissione della vittima.
Solo il visionario non seleziona una vittima con determinate caratteristiche, essendo unicamente motivato dalle sue visioni e voci interne; gli atti di tortura e di umiliazione sessuale appartengono maggiormente alle tipologie del sadico, del terrorizzatore e del dominatore: si noti come in questi casi, l’utilizzazione della tortura e di metodi cruenti avviene spesso per ottenere un orgasmo che non riesce a raggiungere in nessun altro modo. I serial killer traggono, infatti, un’eccitante esperienza sessuale dal terrore che provocano alle vittime, dal potere assoluto che esercitano su di loro. L’assassino seriale sceglie vittime sconosciute, soggetti anonimi, sui quali poter riversare le proprie fantasie, per poter raggiungere ciò che più hanno a cuore: l’orgasmo derivato dal potere assoluto sulla vittima, oggetto del desiderio a lungo fantasticato che va oltre il mero appagamento sessuale.
Accusatori non attendibili.
Di chi ci fidiamo? Di 4 persone con problemi psichici! Dov’è al prova regina? Abbiamo solo indizi.
Pacciani andava a procacciare feticci insieme ad amici?
No, viene meno la pulsione del serial killer.
Gli inquirenti dovevano trovare il mostro; Pacciani era il mostro perfetto.
La criminologia fa un passo avanti come scienza, si confronta con qualcosa unico nel genere.
Stiamo parlando di un vero serial killer c’è la sua firma, l’escalation dei delitti e il vilipendio.




Le criminologhe WilmaCiocci&AlessandraSeveri