mercoledì 2 settembre 2015
L'Asino d'oro e il carcere
31 agosto 2015, in carcere come ogni lunedì. Obiettivo dell'attività odierna il terminare la lettura di un libro. Un testo classico per la precisione, che ci ha trasportato ben oltre le mura grigie della cella in cui mi trovavo con i detenuti; 125 d.C., Grecia, sortilegi di streghe, negromanzia, briganti senza scrupoli, processi, tradimenti, e Lucio, che da uomo si è trasformato in asino. Lucio si reca in Tessaglia a far visita a Milone, un signore ricchissimo e molto avaro, suo amico, la cui moglie Panfila è una strega. Lucio scoperta questa verità riesce a convincere la servetta Fotide a farlo assistere a qualche incantesimo della padrona. Lucio vede così Panfila trasformarsi in gufo dopo aver bevuto una pozione. Chiede di potersi trasformare in gufo anche lui. Ma Fotide sbaglia unguento e Lucio diventa asino, pur conservando sentimenti e coscienza umani. Apprende che racquisterà forma umana solo mangiando un cespo di rose. Rapito durante la notte da alcuni briganti entrati in casa di Milone, Lucio è condotto nella loro caverna, dove si trova in ostaggio una fanciulla, alla quale per distrarla una vecchia racconta la favola di Amore e Psiche (un re e una regina avevano tre figlie. Della bellissima Psiche s'innamora Amore che la fa condurre da Zefiro nel suo palazzo. Ogni notte, al buio per non essere visto, il dio va a trovarla. Psiche non resiste alla curiosità e con una lucerna illumina il volto di Amore, che fugge. Psiche tenta in ogni modo di riaverlo, finché Amore le viene in aiuto e ottiene per lei da Giove l'immortalità). Sconfitti i briganti dal fidanzato della fanciulla, Lucio cambia molti padroni, affronta molte disavventure e pericoli, è testimone dei più abietti vizi umani. Alla fine trova riparo nella appartata spiaggia di Cencrea, dove si addormenta. Avvertito in sogno da Iside interviene alla processione in onore della dea e mangia le rose che un sacerdote porta in mano. Riacquista così forma umana.
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