http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/12/01/Sallusti-gia-arrestato-evasione_7886816.html
Il carcere è un gioco?
sabato 1 dicembre 2012
lunedì 19 novembre 2012
giovedì 30 agosto 2012
Riflettendo...a zonzo tra le carceri antiche di Barga
Vi chiederete che libro sia questo qua sopra?! Si tratta del Regolamento Generale per le carceri di Toscana, approvato nel 1815.
Esso non stabilì soltanto norme sul servizio religioso nelle carceri, ma mirava ad un miglioramento complessivo della vita dei detenuti.
1815...2012, ed improvvisamente sorrido, ma di un sorriso amaro.
Non troppe ore fa si è verificato l'ennesimo tragico evento in un carcere Italiano:http://www.lettera43.it/cronaca/altro-suicidio-in-carcere-s-impicca-in-cella-a-udine_4367562883.htm
Nello Statuto di Lucca del 1331 venne inclusa la norma che ogni carcerato, al momento dell'ingresso, avrebbe dovuto pagare una tassa per l'opera dei custodi.
"-CLI- il carcerato sia custodito a sue spese. Stabiliamo e ordiniamo che qualunque persona di Barga o forestiera sia stata arrestata e detenuta pro tempore dal Comune di Barga sia custodita dal Governo stesso a spese sue, cioè a spese della persona arrestata o detenuta e non le si dia nè si debba dare. nè il Governo prometta di darle da mangiare o da bere fin quando non avrà pagato e compensato qualsiasi custode o guardia che l'avrà custodita, due soldi per ogni custode o guardia al giorno..".
Com'è possibile che dopo secoli non sia cambiato niente?! Problemi immutabili come statue di acciaio inossidabile?! Pesanti come zavorre ma altrettanto trasparenti come la polverina delle ali di farfalla! La realtà delle carceri è deprimente, lo specchio della società se vogliamo, il nostro specchio, nessuna presa in carico dei problemi, il "brutto",il "povero", lo "straniero", il "diverso" è emarginato, rinchiuso, messo nel ricettacolo sociale: il carcere. Perchè occuparsene?! Un bello scivolino e via, buttiamo lì il probema. Ma non siamo bambini, e non si tratta di bricioline da nascondere sotto la tovaglia a tavola.
Ognuno se ne lava le mani, perchè pensarci?! Quando passo sopra le mura della mia città e sento le grida in prossimità dell'istituto penitenziario cosa devo pensare?! Cosa pensano gli altri?! E' un uomo che sta partorendo?! Gatti in calore?! E i cucchiani che battono contro le sbarre?! Ahhhhhhh scusate, di sicuro stanno girando la pubblicità di qualche biscottino per la colazione, tanto ora aumento il passo così si rassodano di più le mie natiche!
Poi se pensate che le carceri devono contenere i criminali, questa è una gran bella battuta di spirito, perchè in pochi pochissimi e rarissimi casi, chi dovrebbe essere incarcerato in carcere non c'è stato e non ci starà mai perchè di sicuro è ben più potente e ricco di me te e di tutti quelli che leggeranno queste parole messi insieme!
Uno dei bei più film che ho visto quest'anno è stato "Cesare deve morire" dei fratelli Taviani http://www.youtube.com/watch?v=HdNpnS4LQas Sono la speranza, la condivisione, l' appartenenza, la presa in carico da parte di ognuno di noi! L'arte, lo sport, la cultura come mezzi e la passione, l'amore nel senso più ampio del termine che potranno ricondurci all'essere UOMINI UMANI, e non robottini firmati su auto fiammanti a farci belli ed a rabbrividire davanti a quello che non conosciamo, o che ci appare semplicemente diverso. Riempiamo il mondo di idee, riempiamoci di voglia di vivere, di conoscere, abbattendo l'omologazione, sottolineando le nostre peculiarità,apriamo le menti e concentriamoci affinché nel 3019 qualcuno non si ritrovi a scrivere che non è cambiato niente, che siamo i soliti ominidi sempre più isolati ed infelici, incapaci di vedere al di là delle forme!!!
Concludo donandovi un'immagine di Volterra, una fontana in cui dopo lo spettacolo in carcere diretto da Punzo ,http://www.youtube.com/watch?v=fzMy6yJ55JM il mio ragazzo si è lavato le mani, e l'acqua si è colorata di rosso... guardo spesso questa foto, mi rassicura e mi scuote allo stesso tempo ricordandomi che il rosso ci lega tutti e che ci scorre nelle vene.
Alessandra
sabato 28 aprile 2012
La mia compagna di merende, resterà basita quando scoprirerà che ho iniziato a scrivere sul nostro blog, cara la mia Ale, ho deciso di interrompere il mio silenzio stampa! Ho tante cose da raccontare, ma non so da dove iniziare!Volevo raccontare come ho scelto questa professione tanto chiacchierata di Criminologa. Io ho inziato cosi per gioco. Era il febbraio del 2008.
Chi è Matteo Messina Denaro, il boss riverito dai detenuti.
21 febbraio 2008 - 22:40
Salvatore ParlagrecoAlcuni detenuti
trapanesi, nel carcere penitenziario di Pagliarelli di Palermo,
avrebbero apllaudito ieri la scalata a capo clan di Matteo Messina
Denaro. Circostanza che in verità è stata smentita dalla Direttrice del
carcere di Palermo.
Che, tuttavia, Messina Denaro goda di “c redito” non sussistono dubbi.
Ma chi è Matteo Messina Denaro, il “Diabolik” di Cosa Nostra?Figlio di Francesco Messina Denaro, soprannominato “Don Ciccio”, storico capo del mandamento di Castelvetrano, prima della latitanza, risultava lavorare come campiere nelle terre di una delle più potenti famiglie di imprenditori siciliani: la famiglia D’Alì.
Matteo impara, in fretta le abitudini mafiose. Sin dall’età di quattordici anni inizia ad usare le armi da fuoco. Compie il suo primo omicidio a diciotto anni. Quindi la confidenza fatta ad un amico: "con le persone che ho ammazzato, io potrei farci un cimitero".
La sua immagine è legata alle auto sportive, ai vistosi orologi Rolex, alle belle donne. Questo esibizionismo lo discosta radicalmente dallo stile dei corleonesi, come Totò Riina o Bernardo Provenzano. Una carriera mafiosa iniziata ufficialmente nel 1989, quando viene denunciato per associazione mafiosa.
Dal 1993 è costretto alla latitanza. In seguito alla morte del padre e alla cattura di Vicenzo Virga, diventa capo mandamento di Castelvetrano. Il 19 aprile 2006, fra i pizzini trovati nel covo di Provenzano, emerge anche il nome di Salvatore Lo Piccolo e Messina Denaro, quest’ultimo con lo pseudonimo di Alessio. Le famiglie trapanesi, affiliate a Messina Denaro, hanno criticato il modo con il quale negli ultimi anni, i palermitani hanno portato avanti gli affari delle cosche.
Dalle indagini della magistratura si evince la differenza strategica nella politica del terrore adottata da Matteo Messina Denaro. Un uomo che ha solidi rapporti e precisi punti di riferimento anche a Palermo, nella pericolosa cosca di Brancaccio dei Guttadauro. Wilma Ciocci
Che, tuttavia, Messina Denaro goda di “c redito” non sussistono dubbi.
Ma chi è Matteo Messina Denaro, il “Diabolik” di Cosa Nostra?Figlio di Francesco Messina Denaro, soprannominato “Don Ciccio”, storico capo del mandamento di Castelvetrano, prima della latitanza, risultava lavorare come campiere nelle terre di una delle più potenti famiglie di imprenditori siciliani: la famiglia D’Alì.
Matteo impara, in fretta le abitudini mafiose. Sin dall’età di quattordici anni inizia ad usare le armi da fuoco. Compie il suo primo omicidio a diciotto anni. Quindi la confidenza fatta ad un amico: "con le persone che ho ammazzato, io potrei farci un cimitero".
La sua immagine è legata alle auto sportive, ai vistosi orologi Rolex, alle belle donne. Questo esibizionismo lo discosta radicalmente dallo stile dei corleonesi, come Totò Riina o Bernardo Provenzano. Una carriera mafiosa iniziata ufficialmente nel 1989, quando viene denunciato per associazione mafiosa.
Dal 1993 è costretto alla latitanza. In seguito alla morte del padre e alla cattura di Vicenzo Virga, diventa capo mandamento di Castelvetrano. Il 19 aprile 2006, fra i pizzini trovati nel covo di Provenzano, emerge anche il nome di Salvatore Lo Piccolo e Messina Denaro, quest’ultimo con lo pseudonimo di Alessio. Le famiglie trapanesi, affiliate a Messina Denaro, hanno criticato il modo con il quale negli ultimi anni, i palermitani hanno portato avanti gli affari delle cosche.
Dalle indagini della magistratura si evince la differenza strategica nella politica del terrore adottata da Matteo Messina Denaro. Un uomo che ha solidi rapporti e precisi punti di riferimento anche a Palermo, nella pericolosa cosca di Brancaccio dei Guttadauro. Wilma Ciocci
lunedì 9 gennaio 2012
Continuiamo a giocare?!
Buona sera lettori e non.
"L' indovina Chi" non è ancora finito.
Ora il riflettore si sposta, e le luci vanno a ricadere su "Wilma"...chi è Wilma?!
Che cos'ha d'interessante da raccontarci?!
Baci da Lucca
"L' indovina Chi" non è ancora finito.
Ora il riflettore si sposta, e le luci vanno a ricadere su "Wilma"...chi è Wilma?!
Che cos'ha d'interessante da raccontarci?!
Baci da Lucca
Iscriviti a:
Post (Atom)