mercoledì 11 maggio 2011

"IL CARCERE E' UN OZIO SENZA RIPOSO, DOVE IL FACILE DIVENTA DIFFICILE ATTRAVERSO L'INUTILE"

Mi allontano un po' dai racconti delle nostre avventure, per andare a descrivere la visita in un  carcere.
Kilmainham Goal:  situata in Inchicore Road, Dublino.
Una delle carceri inattive più grandi d’Europa. Al suo interno si mischiavano criminali comuni con prigionieri politici.  Nei suoi 130 anni di operatività sono avvenuti numerosi fatti storici, tra cui la rivolta di Pasqua, una carestia, la rivoluzione e una guerra civile. Fu costruita nel 1796 e andò a sostituire la vecchia prigione sotterranea che si  trova a un centinaio di metri. Abbandonata nel 1924 dal nuovo stato libero, ora ospita un museo sulla storia del nazionalismo Irlandese.












Kilmainham Goal ha avuto un ruolo importante nella storia Irlandese dato che numerosi leader di ribellioni furono imprigionati ed alcuni vi furono giustiziati. Ultimo prigioniero fu Eamon De Valera, leader politico. La guerra d’Indipendenza Irlandese durò per due anni e mezzo dal 1919 al 1921 e non fu convenzionale, ma costituita da un  susseguirsi di rappresaglie e guerriglie tra l’IRA (Esercito Repubblicano Irlandese), i Black and Tans e altre fazioni contro il Governo Britannico in Irlanda. La tregua avvenne in seguito all’accordo Anglo-Irlandese, per merito di Michael Collins Ministro delle Finanze del governo repubblicano, che si rese conto che se si fosse arrivati alla guerra, l’Irlanda sarebbe stata abbattuta, per questo fece sì che le trattative seguite alla tregua terminarono con l’accordo con il quale s’istituì lo Stato Libero d’Irlanda comprendente tutta l’isola a parte sei delle nove contee dell’Ulster.  Eamon De Valera sosteneva che se Collins avesse aspettato più tempo avrebbe  potuto negoziare per tutte le contee, ma Collins preferì  negoziare per  solo alcune di esse  e in futuro avrebbe  pensato alle altre. La popolazione era divisa tra questi due forti personaggi. Le famiglie lottavano tra di loro. Collins fu ucciso in un’imboscata. Poco dopo il suo assassinio fu approvata una legge per cui se la polizia trovava un soggetto in possesso di armi, sarebbe stato subito condannato a morte. Quattro giovani a seguito di questa legge furono giustiziati nel cortile della galera, avevano tra i 18 e 24 anni. In quegli anni era difficile distinguere membri dei Black and Tans dalla popolazione in generale, per questo furono catturate persone a caso e  poi messe in carcere.
Anche i bambini vi venivano rinchiusi per piccoli reati ed erano separati dai genitori anche se quest’ultimi si trovavano all’interno della galera. I carcerati, compresi i bambini indossavano   un’ uniforme e  avevano un’ora d’aria al giorno per stiracchiarsi e sgranchirsi le gambe, il resto del tempo non uscivano mai dalle celle.  I piccoli venivano portati nel cortile esterno, i maschi percorrevano il perimetro di questa zona in senso orario, mentre le bambine in senso antiorario; tutti dovevano guardare in basso, lo sguardo doveva esser fisso sulle calcagna del bambino che si trovava davanti, se guardavano altrove sarebbero stati presi a frustate. Pure uomini e donne erano divisi, nel cortile esterno tale suddivisone è visibile dalla presenza di un arco posto a confine tra le due zone di appartenenza. Questa struttura è stata il set cinematografico per alcuni film come “Nel nome del padre” di Jim Sheridan, tratto dal romanzo autobiografico “Proved Innocent” di Gerry Conlon. Il film mette il linea la durezza della c.d. Legislazione di Emergenza approvata nel Regno Unito dal 1973 al 1974.  Inoltre vi sono state girate scene del film “un colpo all’Italiana” di Peter Collins e il video clip degli U2 “ A celabration”.
Alla visione della Kilmainham Goal si ha la sensazione di essere catapultati in un altro mondo. Il passato torna a parlare e a raccontare. La visita guidata della prigione dura circa 1 ora, si parte dalla cappella dove viene proiettato un filmato che rievoca le vicende storiche; poi si arriva nella sala centrale su cui si affacciano un centinaio di celle accessibili tramite dei ballatoi esterni. Passeggiando nell’oscurità dei corridoi tra le celle anguste ed umide si può percepire un senso di profonda angoscia. Le dimensioni delle celle sono piccole e, quelle che si affacciano sul corridoio del cortile interno sono esposte a tutti gli eventi atmosferici perché le finestre non sono dotate di vetri, ma solamente di sbarre. E’ terribile intuire il gelo cui erano costretti a sopportare i carcerati, che erano nutriti prevalentemente ad acqua, latte e pane. Dopo il susseguirsi di ballatoi posti su più livelli, si giunge nell’atrio centrale. Questo spazio è molto grande  a forma ovoidale, ai cui lati si collocano le celle su più piani, accessibili da due livelli di ballatoi, collegati tra loro da ponticelli interni.  All’esterno di alcune  celle sono visibili targhe in memoria dei prigionieri più illustri giustiziati. Si ricorda di una sola fuga dalla Kilmainham Goal.
 Una  sola Fuga dal Kilmainham Goal:
Siamo agli inizi del ‘900, due direttori simpatizzavano per 4 carcerati. Essi furono dotati di cesoie per tagliare i lucchetti e fuggire. La stessa notte tre  di loro si diedero alla fuga, il quarto ci ripensò perché da lì a pochi giorni avrebbe avuto il processo e rassicurato dalla presenza di ben 17 testimoni, tra cui un poliziotto, che poteva dire che non egli non c’entrava niente con la rappresaglia per cui era stato catturato, decise di rimanere in carcere ed attendere il processo.
I tre fuggitivi non furono più ritrovati e quello fiducioso nei testimoni e nella giustizia, fu impiccato.
I direttori scoperti, furono condannati a 6 anni di carcere in un’altra struttura penitenziaria.